Alla Torino Mini Maker Faire avremo un dronodromo, che quest’anno verrà gestito da Sapritalia. Questo ci ha dato possibilità di passare un po’ di tempo con Olivier Fontaine ed il suo socio Fabio Formica, istruttori di voli e profondi conoscitori delle regolamentazioni (o in alcuni casi delle assenze di regolamentazioni) che contraddistinguono questo mondo.

Un piccolo Far West. Un periodo di definizione di standard e di legiferazione. Olivier é spesso a Bruxelles, dove – come vedremo dall’intervista – collabora con un ente europeo per la definizione delle linee aeree in generale, e nello specifico per la regolamentazione di quelle dei SAPR (ma che vuol dire SAPR?).

Nel cercare materiale mi sono imbattuto in un video di Superflux sull’impatto che avranno i droni sulla nostra vita. L’approccio é un po’ scuro, distopico, ma molto realista. Molto interessante. Il taglio di Olivier e Fabio é altrettanto pragmatico, ma trae delle conclusioni meno autoritarie, vedendo nel drone una grandissima opportunità lavorativa e un impatto decisamente positivo sul mondo del lavoro.

Come si diceva, chi vivrà, vedrà.

DG: Cosa significa SAPR? Perché sentiremo sempre di piu’ questo termine nei prossimi anni?

OF: SAPR significa Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto e rappresenteranno il 35% della flotta aerea mondiale secondo gli uffici delle Commissione Europea con il quale collaboriamo. (SESAR, ndi).

DG: Cosa vi siete avvicinati a questo mondo?

Io ero innamorato del volo, volevo fare il pilota, ma la mia vista non me lo ha permesso (proprio come Miyazaki!). Poi  mi sono innamorato della Danza Contemporanea, e ho fatto carriera fino ai 30-35 anni (l’età della pensione per un ballerino professionista). Quindi ho seguito il mio primo amore e sono diventato pilota di aliante. Ma mi hanno ri-bloccato per la vista! E quindi sono andato sulla logistica e l’insegnamento ed infine sui droni.

Fabio (il mio collega) é pilota di linea e si è avvicinato al mondo dei droni attraverso l’insegnamento nella stessa scuola in cui insegnavo io.

Sapritalia vede nei droni una grandissimi opportunità di lavoro per giovani nel futuro… ma ad una condizione …. il livello di formazione deve essere pari a quello degli altri paesi, per poter essere competitivo. Dobbiamo anche considerare che il numero di posti di lavoro è direttamente proporzionale alle regole. Senza regole i posti sono pochi.

DG: Dobbiamo essere preoccupati di milioni di robot nei nostri cieli che ci sorvegliano?

OF: E’ un modo per vedere la situazione: il drone é il primo vero e proprio robot con cui siamo entrati in relazione (l’aspirapolvere, la lavatrice, gli elettrodomestici sono tutti robot “passivi” o addirittura meccanismi automatizzati e privi di comportamenti interattivi). Il drone ha alcuni comportamenti a prescindere dal suo pilota. Dal punto di vista etologico l’uomo non ha ancora sviluppato un sistema di protezione (o identificazione) dei robot, dei droni. E probabilmente non farà in tempo a farlo.

La relazione degli essere umani con i robot é un tema che va discusso. Sia a livello etico e filosofico, ma sopratutto a livello giuridico.

DG: Quali sono i grandi potenziali nell’uso di droni nel breve periodo?

OF: I droni avranno un impatto sull’aereonautica, hanno la potenzialità di generare nuove opportunità di posti di lavori e di ridurre le emissioni di CO2 del trasporto. Avremo un modo di vedere il mondo ancora diverso. Prima vedevamo il mondo dalle montagne, poi lo abbiamo visto dall’alto dei cieli, poi dallo spazio. Ora avremo un altro punto di vista, dall’alto ma molto più vicino alla terra: millimetrico.

DG: Pensi che l’uso dei droni in agricoltura aiuterà anche i mercati emergenti o solo l’agricoltura industrializzata occidentale?

OF: Se ci muoviamo bene quella dei droni potrebbe essere una possibilità soprattutto per la piccola agricoltura. Campi grandi possono avere l’aereo… Dobbiamo approffitarne per imporre un aumento della qualità della produzione in termine di diminuzione dell’inquinamento. La battaglia non cambia per quanto riguarda il cibo di qualità.

Guarda che impatto ha avuto il GSM in Africa: moltissimi paesi non avevano linee telefoniche e il cellulare ha cambiato il modo in cui intere popolazioni comunicavano. Io vedo grandi possibilità di questo tipo con i droni: una metropoli occidentale densamente abitata potrebbe non essere un luogo facile per il drone, mentre i tetti piatti del magreb o le grandi e assolate distese del Mali potrebbero declinarsi perfettamente a questo nuovo mezzo di trasporto merci.

DG: Per cosa saranno usati i droni tra 10 anni?

OF Come ho già detto il 35% della flotta mondiale sarà costituita da droni, magari sostituiendo parte del trasporto su gomma. Un po’ come il trasporto su fiume, attraverso la corrente, sfruttare le correnti d’aria potrebbe risultare estremamente conveniente per velivoli ad ali fisse che percorrono delle linee aeree ricavate dentro al vento.

DG: Far volare un drone comprato in un centro commerciale é reato? Che tipo di informative esistono sull’argomento?

OF: No, non é reato. Ma ci sono delle regolamentazioni. Il mercato é andato molto veloce. Lo stato non ha avuto il tempo di spiegare che cosa stiamo usando.

DG: Ci sarà un momento di confronto su questi temi alla Torino Mini Maker Faire?

OF: Alla Torino mini Maker Faire faremo un po’ di informazione, avremo un dronodromo per far volare i droni degli utenti e fare un corso di avvicinamento al pilotaggio con i droni giocattolo di Fablab Torino. Porteremo anche Salt & Lemon, un azienda eporediese che ha realizzato un controllore per la gestione dei droni, e anche un pilota FPV agonistico che probabilmente farà una dimostrazione.

Grazie mille! Ci vediamo il 28!

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